sabato 5 maggio 2012

Fare la storia

Non è accessibile alla ragione umana la conoscenza delle cause dei fenomeni, ma è insita nello spirito dell'uomo l'esigenza della ricerca. E la mente dell'uomo, che non è capace di penetrare la complessità e le infinite condizioni dei fenomeni, ognuno dei quali, preso isolatamente, potrebbe apparire come una causa, afferra il primo e più comprensibile accostamento e dice: la causa è questa. Negli eventi storici (nei quali le azioni degli uomini costituiscono oggetto di osservazione) si presenta, quale primitivo accostamento, la volontà degli dèi, poi la volontà di quegli uomini che occupano i posti più in vista nella storia, cioè degli eroi. Ma è sufficiente penetrare nella sostanza di ogni avvenimento storico, ossia nell'attività di tutta la massa degli uomini che hanno preso parte all'avvenimento stesso, per convincersi che la volontà dell'eroe storico non solo non guida le azioni delle masse, ma ne è essa medesima continuamente guidata.
Sembrerebbe indifferente capire il significato di un avvenimento storico in un modo o in un altro. Eppure tra l'uomo che afferma che i popoli dell'occidente mossero verso l'oriente perché tale fu la volontà di Napoleone e quello che afferma che ciò è avvenuto perché doveva avvenire, esiste la stessa differenza che esiste tra coloro che sostenevano che la terra è immobile e i pianeti si muovono attorno a essa e coloro che dicevano di ignorare su che cosa la terra si regga, ma di sapere che esistono leggi che regolano sia il movimento della terra sia quello degli altri pianeti. Non ci sono e non ci possono essere cause di un evento storico all'infuori dell'Unica Causa di tutte le cause. Ci sono tuttavia leggi che regolano tali eventi, leggi che in parte conosciamo e in parte cerchiamo di scandagliare. La scoperta di tali leggi sarà possibile soltanto quando avremo rinunziato a cercare le cause nella volontà di un solo uomo, così come la scoperta delle leggi del movimento dei pianeti è stata possibile soltanto quando gli uomini desistettero dall'idea di considerare la terra immobile.

Lev N. Tolstòj, Guerra e Pace