martedì 15 maggio 2012

Onde e Nuvole

Gli oceani al di sopra e al di sotto dell'orizzonte sono intimamente collegati. Come si legge nel libro della Genesi, quando Dio diede origine alla vita per prima cosa mise in moto i mari: In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Il giorno dopo «separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento». In altre parole, Dio divise gli oceani in basso dalle nuvole in alto tramite una distesa d'aria.

L'affinità tra cielo e mare, addirittura la discendenza comune, implica che, a sua insaputa, un contemplatore di nuvole sia anche un osservatore di onde, poiché spesso le nuvole nascono su onde d'aria.
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Nuvole e onde marine non hanno in comune solo l'occasionale somiglianza. L'infrangersi delle onde svolge un ruolo delicato nella formazione delle nuvole. Quando le creste si riversano sulla spiaggia, la turbolenza genera infinite bollicine che scoppiano, liberando nell'aria una sottile bruma di goccioline d'acqua. Mentre l'acqua evapora, le microparticelle di sale che fluttuano nell'aria e che possono raggiungere l'atmosfera sono tra i più efficaci «nuclei di condensazione» da cui dipende gran parte della formazione delle nuvole. Fungono infatti da semi su cui il vapore acqueo invisibile presente nell'aria può cominciare a condensarsi e a formare le goccioline che noi vediamo come nubi basse. Non dico che l'infrangersi delle onde generi direttamente le nuvole sovrastanti, ma garantisce che i nuclei di condensazione, importanti elementi della formazione delle nubi, aleggino sempre nella bassa atmosfera.

Il processo funziona anche in senso contrario perché le nuvole, quelle temporalesche almeno, svolgono un ruolo di rilievo nella formazione delle onde. Potrà sembrare sorprendente, quando si osservano le onde che lambiscono dolcemente la spiaggia di un luogo di villeggiatura esotico. Dall'ombra di una palma ondeggiante sembrano placide e tranquille, come il respiro pacato del mare in cui ogni sinuosa espirazione segue incessantemente la precedente. Il loro arrivo leggiadro, però, nasconde la crescita travagliata delle onde. Queste serene visitatrici sono spesso nate nel bel mezzo del caotico subbuglio ventoso di un temporale al largo, che ormai si è dissipato da tempo.

Come fanno le onde a formarsi in un temporale? E come fanno inoltre a passare dalla confusione increspata alla processione ordinata di creste che si riversano sulla spiaggia dinanzi a noi? Per avere le risposte occorre studiarne il viaggio nel mare, seguire ogni fase del loro progresso, dalla nascita al largo fino alla morte spumosa sulla riva.

Da GavinPretor-Pinne, Wave Watching - Una guida illustrata per l'osservatore di onde, Guanda, Parma, 2011