Guardiamo una formica che avanza faticosamente su una
spiaggia solcata dal vento e dalle onde. Va diritta, poi gira a destra per
scalare più agevolmente una ripida duna, aggira un ciottolo, si ferma un
momento per scambiare informazioni con una consorella. Così, tra interruzioni e
deviazioni, trova la strada di casa. (…) Perché non va direttamente dal punto
di partenza alla destinazione voluta? (…)
Si ha un'idea di massima del luogo in
cui si trova la meta, ma non si possono prevedere tutti gli ostacoli che ci dividono
da essa. E' necessario quindi adattare più volte il comportamento alle
difficoltà incontrate e spesso aggirare ostacoli altrimenti insuperabili. Gli
orizzonti sono molto limitati, quindi si deve affrontare ogni ostacolo nel
momento in cui lo si incontra, tentare diverse vie per attraversarlo e
aggirarlo, senza preoccuparsi troppo degli ostacoli futuri. E' facile incappare
in una serie di giri inutili.
H. A. Simon, Le scienze dell'artificiale, Il
Mulino, Bologna, 1988