La prontezza con cui gli altri si scusano se ci
toccano involontariamente, la tensione con cui attendiamo quella
giustificazione, la reazione violenta e a volte aggressiva se essa non giunge,
il disgusto e l’odio che proviamo per il «malfattore» – anche se non possiamo
essere affatto certi che sia stato lui –tutto questo groviglio di reazioni
psichiche intorno all’essere toccati da qualcosa di estraneo, nella loro
labilità e suscettibilità estreme, ci conferma che si tratta qui di qualcosa di
molto profondo, sempre desto e sempre insidioso: di qualcosa che non lascia più
l’uomo da quando egli ha stabilito i confini della sua stessa persona. Anche il
sonno, durante il quale le difese sono molto minori, può essere disturbato fin
troppo facilmente da un timore di questo tipo. Solo nella massa l’uomo può
essere liberato dal timore d’essere toccato.
Elias Canetti, Massa e potere, traduzione di Furio Jesi, Milano, Adelphi 1981