domenica 7 agosto 2011

Il gusto dell'aprirsi all'altro

Che cosa farai con un carrettino di legno, con una bambola di pezza, con una conchiglia a metà affondata nella sabbia se sei ancora nella fase della vita umana in cui si cammina a quattro zampe e ci si stupisce di tutto, e se per un attimo sei riuscito a evadere il marcamento ossessivo di quegli isterici giganti che non sono mai stupiti ma sembrano sempre spaventati? È chiaro: li metterai in bocca e assaporerai fino in fondo la fragranza acidula della vernice che ricopre il carretto, la vena pastosa della bambola, il sole e l’acqua salata di cui è intrisa la conchiglia. Il mondo, per te, è un repertorio di gusti, un serbatoio inesauribile di affascinanti misteri da svelare mettendoli a stretto contatto con l’interno del tuo corpo, con quella parte del tuo essere più nascosto che sa aprirsi e richiudersi su ciò che è altro da te, e succhiarlo e spremerlo e addentarlo e tormentarlo finché non ti ha comunicato i suoi segreti.

Ermanno Bencivenga La filosofia come strumento di liberazione, Raffaello Cortina Editore, Milano 2010