domenica 23 gennaio 2011

Niente di dio

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Dopo che lei l’ebbe lasciato in un modo così meschino (rivolle indietro i suoi regali, le sue lettere, la vestaglia che teneva a casa di lui), l’Amante non volle nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di cercarsi un’altra donna. Non provava rancore, solo un’immensa tristezza. Questi fuochi che non durano, queste tenerezze interessate. Nessun essere umano gli pareva ormai capace di corrispondere a quell’infinito desiderio d’amore che la natura aveva posto nel suo cuore, come un lungo lamento inascoltato. Così, pensò che solo in Dio il suo cuore potesse trovare riposo, e si mise alla sua ricerca.
Lasciò le città sature di chiacchiera inconcludente, attraversò campagne rigogliose e aspre foreste, finché giunse in prossimità delle montagne. Lassù, molto vicino al cielo, non è forse lassù che gli antichi padri della fede avevano visto Dio faccia a faccia?
Alzò lo sguardo, e vide tre cime che si ergevano sopra gli altri rilievi, irte e appuntite come frecce in procinto di lanciarsi nell’azzurro. Lì nei pressi, un pastore anziano sedeva con intorno il suo gregge lanuto e belante.
- Dici che lo trovo, Dio, lassopra? – chiese l’Amante.
Il pastore si mise a ridere: – Ah, se non lo trovi lassopra non lo trovi più. – disse: – E poi, ce n’è altri due sai? che hanno avuto la stessa idea. Uno sulla cima di sinistra, uno sulla cima di destra. La cima al centro è rimasta libera –
La salita fu impervia, e l’ultimo tratto di arrampicata gli costò unghie rotte ed escoriazioni in tutto il corpo, ma alla fine era arrivato. Il silenzio era così completo, l’aria così pura. Sedette con la schiena appoggiata a un macigno e si addormentò.
Il mattino dopo si svegliò ed ebbe fame, ma non aveva portato con sè che poche gallette (non aveva dubbi che Dio venendo ad incontrarlo, gli avrebbe portato tutto ciò di cui aveva bisogno, come la manna agli Ebrei nel deserto). Mangiò quelle, e bevve sciogliendo un po’ di neve nel cavo della mano (di quella ce n’era in abbondanza).
Ma dopo qualche ora ebbe fame di nuovo, e più del suo stomaco fu il suo cuore inquieto a proprompere in un grido: – Dio! Dio! – gridò. E l’eco della sua voce si propagò negli spazi, in un modo così fragoroso che finì per spaventarlo.
Ma subito, un’altra voce gli giunse dalla cima di destra: – Che vuoi da Dio? –
Con tutte le sue forze urlò di rimando: – Amore voglio. Darne ed averne. Sei tu Dio? –
- No – rispose l’altro – Ma anch’io lo cerco. Sono il guerriero, sono il Potente. E quando lo troverò dovrà darmi conto della missione impossibile che mi ha affidato. Ho percorso tutta la terra per imporre la sola Legge. Ho tagliato più teste che spighe di grano, ma ogni volta rispuntavano a decine, a centinaia, i ribelli. Imporre l’ordine a ciò che non smette di crescere e moltiplicarsi, è assurdo! Così ho rinunciato e sono venuto qui. Dio! Dio! Perchè hai fatto di me un fallito? -
- Dunque non lo sai? La Legge è scaduta nel mondo, la guerra è finita. Non c’è che pace e indifferenza in città. Puoi pure scendere dalla montagna: nessuno ti chiamerà fallito –
Poi l’Amante si voltò verso l’altra cima: – Dio! Dio! Rispondimi se ci sei! –
E dalla cima di sinistra una voce diversa gli rispose – Non sono Dio, ma anch’io lo cerco! E quando l’avrò trovato, dovrà rendermi conto del mostruoso fardello che mi ha affidato. Sono l’eletto, sono il Sapiente. Custodisco la parola verace che mi affidò tanto tempo fa, e da allora ognuno mi insegue per carpirmela. Sono la vittima designata di ogni turbolenza, sono l’esule e il fuggitivo. Dio! Dio! Perchè hai fatto di me una preda? –
L’Amante gli rispose: – Allora non sai niente? La caccia è finita, niente di prezioso si va più a cercare, perchè ogni uomo ha il suo tesoro adesso, e lo chiama libertà. Puoi pure scendere dalla montagna: nessuno ti avvicinerà più per derubarti –
E anche l’Amante s’incamminò per scendere dalla sua cima, persuaso che nient’altro che quelle tre voci avrebbe udito in quelle altezze.
Si ritrovarono tutti e tre, il Potente, il Sapiente e l’Amante, alla fine del sentiero, dove il vecchio pastore sedeva con le sue pecore, e li guardò sorridendo: – Allora – disse – avete poi trovato Dio? –
Il Potente scosse il capo: – Lassù Dio non c’è. E se non c’è lassù, non c’è in altro luogo –
Il Sapiente annuì: – Niente altro che la nostra voce abbiamo udito –
L’Amante concluse – Dio è niente. Questa è la verità –
Il pastore sorrise, di nuovo: – Niente, tra l’una e l’altra voce. Niente, se non l’eco che conduce parole. Niente di questo, niente di quello, perchè questo e quello siano –
E li guardò andare, il Potente, il Sapiente e l’Amante, insieme sul sentiero.
Racconto di Valter Binaghi