martedì 21 giugno 2011

Vi sono, a voler semplificare, due tipi di uomini e, parallelamente, due tipi di scrittori. La prima categoria, senza dubbio la maggioranza, ritiene che la vita sia la sola e unica realtà disponibile. Una persona di questo tipo, se diventa scrittore, riprodurrà questa realtà nei suoi più minuti particolari: vi darà una conversazione in una camera da letto, una scena di battaglia, il tessuto di una tappezzeria, odori e rumori, con una precisione tale da rivaleggiare con i vostri sensi e con le lenti della vostra macchina fotografica; da rivaleggiare forse con la realtà stessa. Quando si chiude un suo libro, è come se fosse finito un film: le luci si accendono, e voi uscite in strada soddisfatti, pieni di ammirazione per il Technicolor e per la recitazione di questo o quel divo, di cui magari cercherete poi di imitare l’accento o il portamento.

La seconda categoria, la minoranza, percepisce la propria vita, e la vita di chiunque altro, come una provetta per l’analisi di certe qualità umane, la cui resistenza alle sollecitazioni più estreme è determinante per accettare l’una e l’altra versione, quella ecclesiastica o quella antropologica, dell’apparizione della specie. Come scrittore, un uomo simile non sarà molto generoso di particolari; invece vi descriverà gli stati e i sussulti della psiche dei suoi personaggi con un tale accanimento che voi vi congratulerete di non averlo conosciuto di persona. Quando si chiude il libro, è come se ci si svegliasse con una faccia cambiata.

Iosif Brodskij, Il canto del pendolo, Milano, Adelphi

lunedì 20 giugno 2011

Il 22 giugno alle 21,00 allo Spazio dell'anima il primo incontro di Filosofia in Giardino. Riflessioni tra privato e pubblico. Il tema sarà: Potere.

Il 22 giugno alle 21,00 allo Spazio dell'anima il primo incontro di Filosofia in Giardino. Riflessioni tra privato e pubblico. Il tema sarà: Potere.



Potere: per la fisica è 'energia' e 'forza'; la logica parla di 'causa' e di 'necessità' e la psicologia di 'dinamica'. Se ne parla invece esplicitamente con riferimento alla politica e alla religione. Oggi se ne parla sempre di più in relazione alle dimensioni economiche e finanziarie. Nella Garzantina di Filosofia, alla voce potere si legge "termine designante il possesso, da parte di un soggetto individuale o collettivo, della capacità di raggiungere i propri fini in una sfera specifica della vita sociale, nonostante la volontà contraria di altri". Relativamente a questo concetto,  si sono affermate idee semplici e luoghi comuni come "il denaro è potere" oppure "la conoscenza è potere" oppure ancora "l'informazione è potere" ...... Al termine 'potere', quindi, fanno riferimento fasci di idee di natura molto diversa che oscillano tra la dimensione individuale e quella collettiva,  tra il riconoscere capacità e abilità e rivendicare/attribuire uno status, tra quello che sentiamo noi stessi e quello che ci dicono gli altri..... Che cos'è il potere? Vogliamo indagare le principali idee che il termine include in sé, vogliamo smuovere le sedimentazioni di pensiero, specialmente le idee che ci sembrano più semplici e condivisibili, vogliamo creare nuovi dubbi e illuminare di nuova luce un concetto sul quale tutti abbiamo certamente un nostro pensiero.

Comunque

A un francese hanno regalato un divano, quattro sedie e una poltrona. Il francese si siede sulla sedia vicino alla finestra, ma gli vien voglia di coricarsi sul divano. Si corica sul divano, ha già voglia di sedersi sulla poltrona. Si alza dal divano e si siede sulla poltrona, come un re, ma nella testa i pensieri sono già che sulla poltrona è troppo sontuoso. Meglio qualcosa di più semplice, la sedia. Si sposta verso la sedia vicino alla finestra, solo non si siede su questa sedia, perché vicino alla finestra tira un po’ d’aria. Si siede sulla sedia vicino alla stufa e sente che è stanco. Allora il francese decide di coricarsi sul divano e di riposarsi, ma senza essere arrivato al divano gira da una parte e si siede sulla poltrona. – Qui sì che si sta bene! – dice il francese, e poi subito aggiunge: – Però sul divano, secondo me è meglio.

Daniil Charms, Disastri, Marcos y Marcos

giovedì 16 giugno 2011

Filosofia in giardino. Ciclo di incontri estivi allo Spazio dell'Anima



Tra la stagione appena conclusa e quella che deve iniziare abbiamo ideato un ciclo di incontri aperti a tutti  per fare inseieme un'esperienza di dialogo e partecipazione


Vogliamo indagare le principali idee e  smuovere le sedimentazioni di pensiero che ricoprono specialmente le idee che ci sembrano più semplici e condivisibili, vogliamo creare nuovi dubbi e illuminare di nuova luce concetti  su cui tutti abbiamo certamente un nostro pensiero.

giovedì 9 giugno 2011

Le cose si possono fare

Il giovane tenente di un piccolo distaccamento ungherese nelle Alpi inviò un'unità di ricognizione nella desolata terra di ghiaccio.

Immediatamente prese a nevicare e continuò per due giorni; l'unità non tornava. Il tenente soffriva, temendo di aver spedito i suoi uomini incontro alla morte. Ma il terzo giorno l'unità rientrò. Dove erano stati? Come avevano ritrovato la strada?

Sì - dissero - ci consideravamo persi e aspettavamo la fine. Ma poi uno di noi trovò in tasca una mappa. Questo ci tranquillizzò. Ci accampammo, lasciammo passare la tempesta di neve, e poi con l'aiuto della mappa riuscimmo ad orientarci. Ed eccoci qui.

Il tenente chiese in prestito questa straordinaria mappa e la esaminò attentamente. Scoprì con gran stupore che non si trattava di una mappa delle Alpi, ma dei Pirenei.



K. Weick, Senso e significato nell'organizzazione, Raffaello Cortina, Milano, 1997.

Ed ecco la conclusione di Weick, che non riguarda solo i manager: "I manager continuano a dimenticare che il loro successo si spiega sulla base a quello che fanno, non di quello che progettano. Continuano a dar credito alla cosa sbagliata - il progetto - e una volta compiuto questo errore, passano più tempo a progettare che non ad agire, salvo stupirsi quando l'accresciuta progettazione non migliora nulla"



martedì 7 giugno 2011

Il sublime nelle piccole cose

Se ora voglio esaminare con più attenzione uno dei tipi particolari della pietra, allora la perfezione della sua forma, il fatto che io possa afferrarlo e rigirarlo in mano, mi portano a scegliere il ciottolo.

Il ciottolo è esattamente, d'altra parte, la pietra nell'epoca in cui comincia per essa l'età della persona, dell'individuo, cioè della parola.
Paragonato al banco roccioso da cui deriva direttamente, il ciottolo è la pietra già frammentata e levigata in un grandissimo numero di individui quasi uguali. 

Paragonato alla ghiaia, per il posto in cui lo si trova, per il fatto che anche l'uomo non è solito farne un uso pratico, si può dire che esso è la pietra ancora selvaggia, o per lo meno domestica. Dato che per pochi giorni ancora è senza significato in ogni campo pratico del mondo, approfittiamo delle sue virtù.

Da Il Ciottolo di F. Ponge in  Il partito preso delle cose, Einaudi, 1979; traduzione, Jacqueline Risset

mercoledì 1 giugno 2011

Sublime

E un’altra cosa che diceva, in un’intervista: «C’è molta gente che trova la realtà banale e pensa che le opere d’arte siano più belle. Una volta andavo al Louvre e i quadri mi davano sempre l’impressione del sublime. Adesso vado al Louvre, e non posso fare a meno di guardare la gente che guarda le opere d’arte. Il sublime per me adesso sta nelle facce di quelli che guardano».


Gianni Celati, Conversazioni del Vento Volatore, Macerata, Quodlibet Compagnia Extra 2011



La casa editrice Quodlibet si conferma una delle realtà più interessanti tra le piccole realtà editoriali italiane. Nella collana Compagnia Extra ha già pubblicato i primi due volumetti dei Costumi degli italiani di Gianni Celati:Un eroe moderno (2008) e Il benessere arriva in casa Pucci (2008). In attesa del terzo volumetto, porta in libreria una raccolta di testi dello stesso Celati, dal titolo Conversazioni del vento volatore. Il volume raccoglie vari scritti sulla letteratura, sul vivere, su come gli è andata la vita, sul prendere appunti, sul fare documentari, sulla fantasia, sullo scrivere novelle e sul riscriverle eccetera. Nati da interviste o colloqui, di cui mantengono la freschezza e la vivacità della voce che parla e racconta, dicono cose che raramente si sentono. Mai banali, sempre leggermente controcorrente, in polemica col mondo d’oggi, col quale Celati fa fatica a convivere e nel quale non si ritrova. Forse questo mondo andrebbe spazzato da un gran vento che lo pulisca dai furbi: andrebbe «defurbizzato», come diceva Cesare Zavattini. (pubblicato su  Libero il 31 maggio 2011)
http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/conversazioni_vento_volatore_gianni_celati310511.html