Uno dei primi giochi che si regalano ai bambini quando li si vuole instradare sulle capacità cognitive è un cubo vuoto con sul coperchio degli spazi vuoti di diversa forma (cerchio, triangolo, stella, quadrato ..) in cui i bambini imparano a far passare la forma corrispondente, se provano a far passare una stella nel cerchio questa non passa.
Quindi noi fin da piccoli siamo allenati a riconoscere la giusta forma per ogni luogo. Grazie alla capacità di osservazione e di analisi cui siamo stati allenati siamo in grado di riconoscere se la forma che usiamo è lo strumento giusto, o almeno dovremmo esserlo. (…)
Con l’analisi siamo in grado di analizzare, scomporre, attribuire, catalogare ed è uno strumento che ci permette di conoscere scomponendo distinguendo. Analisi secondo il dizionario della lingua italiana Hoepli è il metodo di ricerca basato sulla scomposizione, concreta o astratta di un tutto nelle sue parti costitutive.
Ci permette di entrare in profondità in ogni cosa, argomento, idea e nei secoli lo abbiamo fatto creando meraviglie quali la nostra filosofia (ma qui il discorso è più complesso) e le nostre scienze fino a perderci nell’infinitesimamente piccolo e lontano.
Con l’analisi logica impariamo a distinguere chi (soggetto) fa (predicato) cosa (complemento oggetto) e questo ci permette di studiare analizzando, scomponendo, attribuendo ruoli. Ma poi piove…
… E la pioggia è un’altra cosa, un’altra modalità del fenomeno dell’essere. Nella pioggia non si può separare. Non si può parlare di acqua perché l’acqua non è la pioggia. L’acqua – soggetto è pioggia solo quando è intrinsecamente legata all’azione che svolge e il complemento oggetto è l’azione solo una volta che si è estrinsecata.
Con la pioggia possiamo imparare ad apprezzare e conoscere un fenomeno nella sua interezza ed unità inscindibile. Non possiamo usare l’analisi logica con la pioggia. Quando usiamo l’analisi logica con la pioggia, perdiamo l’oggetto del nostro esame perché la pioggia non è scomponibile, non la si può conoscere scomponendola, la si può conoscere solo contemplandola così come si manifesta. È un tondo che non entra nello spazio quadrato. Nella pioggia non c’è soggetto, predicato e complemento. La pioggia è un insieme non scomponibile in soggetto\predicato\complemento. Non esistono singolarmente, uno senza l’altro. Non si può parlare di acqua come soggetto, non si possono separare perché senza l’azione del cadere non c’è più la pioggia. Proprio come i nostri 2 emisferi che sono preziosi ed indispensabili entrambi proprio perché le loro competenze sono diverse. E le loro diverse competenze ci danno capacità diverse. Riuscire a preservare ambedue le competenze e non buttare via un emisfero cerebrale perché abbiamo scoperto le capacità dell’altro. Scoprendo le capacità logiche e razionali che tanto ci hanno dato non buttare via tutta la sfera intuitiva e contemplativa che è l’altra parte della nostra intelligenza, come in passato è stato fatto (il lato oscuro dell’illuminismo, il suo grande limite).
Ora che stiamo riscoprendo l’altra nostra parte “i sogni che sono della stessa materia di cui è fatta Giulietta1” parafrasando Shakespeare che per un periodo è stato sugli autobus con il meraviglioso viso di Uma Turman a reclamizzare un’automobile, possiamo, imparando dagli errori fatti, fare una diversa operazione e provare ad integrare le due diverse modalità - i nostri 2 diversi talenti che ci vengono dai nostri 2 emisferi che sono la manifestazione conoscibile del nostro unico cervello. Appunto un’auspicabile compresenza.
Andreana Spinola, autunno 2010 www.shiatsuigea,com