lunedì 3 novembre 2014

Filosofia, pratica e autobiografia

Conta trovare una verità che sia verità per me, trovare l'idea per cui io voglia vivere e morire. E a che mai gioverebbe escogitare una cosiddetta verità oggettiva, misurarmi coi sistemi dei filosofi e poterli passare casomai in rassegna sì da poter svelare incoerenze entro ogni singola sfera? A che mi gioverebbe poter sviluppare una teoria politica e dai vari pezzi raccattati ovunque combinare una totalità, costruire un mondo in cui a mio turno non vivrei, ma che terrei semplicemente esposto alla vita altrui? A che mi gioverebbe poter sviluppare il significato del cristianesimo, poterne spiegare tanti singoli fenomeni, se non avesse qualche significato più profondo per me stesso e per la vita mia? (...) Non voglio negare no che ammetto ancora un imperativo della conoscenza e che mediante essa si possa anche agire sugli uomini, ma allora dev'essere assunta viva in me, ed è questa che ora riconosco come l'essenziale


Sören Kierkegaard "Dalle carte di uno ancora in vita, edite contro il suo volere da Sören Kierkegaard", a cura di Dario Borso, Morcelliana