Qualche tempo fa, non ricordo dove, mi sono imbattuto in una frase di Kant che diceva: "La mano è la finestra della mente". Anche lui, ho pensato. Le visioni, le intuizioni, le immagini mentali, quell'intrico di forme grezze che attraversano la mente di chi fa il io mestiere, e non solo, non affiorerebbero se non ci fosse la mano a dar loro una vita reale, concreta, visibile. Senza di lei rimarrebbero in una forma nebulosa, prossima all'inesistenza.
Parlando quindi di pittura o di disegno non si può non parlare della mano. La mano è ricca di crediti nei confronti del disegno e della pittura; ogni artista deve moltissimo alla propria mano. A volte guardandola mi chiedo: la mia mano pensa realmente? Realmente ha sapienza, esperienza, saggezza, una conoscenza propria? E' capace di vedere cosa sta avvenendo su un foglio o su una tela, è consapevole di quello che sta creando?
Qualche volta, finito di lavorare, mi capita di osservarla, e noto che ha ceduto qualcosa della sua forma naturale al mestiere che le ho imposto. A sinistra dell'unghia del dito medio delle mia mano destra si è formata una piccola cavità che accoglie e sorregge la matita o il pennello per tutto il tempo in cui lavoro. Un incavo, quasi uno scalmo che quegli attrezzi accoglie e tiene. Per me quella deformazione, appena percettibile, è un segno di adattamento e accettazione di una fatica che quasi quotidianamente le chiedo di sostenere.
Quando la mia mano sfiora una superficie sulla quale sto per cominciare a lavorare, sento arrivarmi alla mente una comunicazione che mi dice se quella superficie mi piace, se mi può accogliere, se mi ci posso avventurare. Forse, succede quello che dicono capitasse agli scultori che, sfiorando la superficie di una pietra, sentivano se vi potesse esser accolta e contenuta un figura di loro invenzione.
E' la mano a creare immediatamente questa relazione tra la superficie, su cui si svilupperà la vicenda di quell'opera, e me, la mia mente, i miei territori più interni. La mia immaginazione può cambiare reagendo al contatto con quella superficie.
Tullio Pericoli, Pensieri della Mano, Adelphi, Milano, 2014