La verità che di rado si rivela si presenta
come una Patria che, anche quando siamo svegli, ci chiama.
Sono la menzogna o il semi-inganno
delle rappresentazioni ad aver bisogno di essere creduti. Mente il richiamo
della verità è l’ultimo a sentirsi, con un’immagine accennata appena, deserto
del pensiero, mare dell’anima, montagna del cuore.
Perciò, quando la verità è proferita
sembra menzogna e non suole essere creduta, mentre la menzogna e l’inganno sono
avidamente elevati a cosa certa e perciò l’innocente, l’accusato, l’idiota,
l’esiliato, tacciono. Tacciono perché fuori da tale Patria la loro parola
sembrerebbe menzogna e in patria non c’era nulla da dire.
Mostra il sognare, dunque, che la
verità, prim’ancora che oggetto della scoperta o della rivelazione – la celebre
aletheia -, si fa sentire come la
patria che chiama. Come campo gravitazionale di certi sogni chiari, come muta
condanna dei sogni d’ingannevole giustificazione; come attualizzazione
dell’orizzonte ultimo.
Chiama facendosi sentire semplicemente, e in silenzio, e
in musica e in pace. E con qualche parola in libertà, senza significato alcuno;
la parola che manifesta solamente l’umana predestinazione.
Marìa
Zambrano - Il sogno creatore - Bruno Mondadori, Milano 2002 - pp. 44-45