Una salamandra non sospetta nulla della screziatura gialla e nera che porta sul dorso. Non sa che quelle macchie si dispongono in due minute catenelle o si fondono in un’unica stria compatta a seconda dell’umidità della sabbia, della tappezzeria allegra o luttuosa del terrario
Ma l’uomo, salamandra pensante, indovina che tempo farà il giorno dopo pur di essere lui a decidere delle proprie tinte.
Osip Mandel’štam, Viaggio in Armenia, a cura di Serena Vitale, Adelphi, Milano, 2010