Spesso ci lamentiamo della mancanza di libertà nella quale siamo costretti ma altrettanto spesso esitiamo e fatichiamo ad assumere scelte libere anche quando potremmo.
"Liberi di ....." o "liberi da ........."?
Difendiamo e ricerchiamo libertà di pensiero e di azione e ci interroghiamo sui vincoli posti dalla natura e dalle circostanze. E cosa dire a proposito dei limiti che tra esseri umani e cittadini - nel privato come nel pubblico - reciprocamente ci poniamo nel nostro vivere insieme? Sono stabili nel tempo, si muovono con la storia? Hanno a che fare con la natura o con l'educazione?
Nella Fondazione della metafisica dei costumi, Kant scrive: "La ragione deve quindi supporre che non c'è vera contraddizione tra libertà e necessità naturale delle azioni umane, perchè la ragione è così poco in grado di rinunciare al concetto di natura come lo è di rinunciare a quello di libertà".
Ci troviamo di fronte ancora una volta a un'esperienza comune che è anche un concetto di grande complessità il cui significato è dato per scontato e sul quale raramente ci fermiamo a riflettere. Diventa particolarmente importante, allora, tentare una rigorosa analisi dell'esperienza della libertà' e una ricognizione fenomenologica dei suoi tratti essenziali per poter accedere a una, seppur minima, analisi concettuale. Questa è l'ambizione che umilmente ci poniamo nell'incontro del 6 luglio di Filosofia in giardino.
Spazio dell’Anima - Via Carlo Denina, 72 – Dalle h. 20.00 per un piccolo aperitivo