L'altro giorno, che pensavo al normale
pressapochismo economicistico dei viventi, e al triste stato in cui versa
l'economia italiana, allo scopo di riaggiustare la suddetta economia avevo
pensato di scrivere un articolo fortemente propositivo, e a mio giudizio anche
risolutivo, dal titolo Una modesta proposta per far crescere il P.I.L.
italiano e contenere il rapporto debito/P.I.L. al di sotto del 3% in modo
costante. In questo articolo volevo fare i seguenti ragionamenti che vado
ora a esporre.
È noto che qualsiasi attività in cui non
avvenga lo scambio di un bene o di un servizio con del denaro non dà luogo a
una crescita del P.I.L., mentre tutti noi sappiamo quanto sia importante che il
P.I.L. italiano cresca (ce lo richiedono i parametri europei, il nostro debito
pubblico, il rapporto deficit/P.I.L.). Per chiarirsi meglio: se io vado
dall'ortolano e compro un chilo di mele il P.I.L. italiano cresce, e di
conseguenza cresce anche il gettito fiscale, mentre se io vado nel mio orto e
stacco dal mio melo cinque chili di mele, anche nel caso che le mie mele siano
addirittura più buone di quelle comperate, non essendo queste mele una merce, e
non essendo né vendute né comprate, il P.I.L. italiano non cresce; va più o
meno allo stesso modo se io aiuto il mio anziano vicino a verniciare la
facciata di casa sua e lo faccio gratuitamente, per amicizia; in quel caso io
potrò sentirmi buono, forse potrò anche pensare di essermi guadagnato il mio
posto in paradiso, ma prestando la mia opera gratuitamente, e per amicizia,
ancora una volta io non ho fatto crescere il P.I.L. e di conseguenza non è
cresciuto neanche il gettito fiscale della nazione. Quindi possiamo concludere
che la mancata mercificazione di cose o atti va a discapito della crescita del
P.I.L. Perché il P.I.L. cresca è quindi necessario un balzo in avanti nella
mercificazione delle nostre vite.
Oggi esiste per così dire un problema di
scarsa mercificazione. Ma se oggi esiste un problema di scarsa mercificazione
questo significa in primo luogo che molte attività sono maggiormente
mercificabili di oggi e significa anche, in secondo luogo, che attività o cose
che oggi non sono mercificate in un più o meno immediato domani potrebbero
esserlo.
Ci sono ambiti della nostra vita che non
sono stati ancora sufficientemente mercificati? Credo di sì. Basti pensare alla
mancata mercificazione del sesso all'interno della famiglia. Tutto il sesso che
avviene tra i due coniugi all'interno della famiglia è un'attività di cura
completamente gratuita (parlo di coniugi per comodità ma avviene lo stesso
anche tra le coppie di fatto e i comuni fidanzati). Comunque, allo scopo di
spiegare il problema, ammettiamo che due coniugi si sveglino alla domenica
mattina e che lui gradisca che lei gli pratichi per esempio un rapporto orale (scelgo
la modalità del rapporto orale in quanto apparentemente meno reciproca di un
normale rapporto genitale). Credo che nella quasi totalità delle coppie
italiane, attualmente, questo momento di intimità si realizzi senza
mercificazione; finita la cosa il marito e la moglie si danno due bacini, e uno
dei due si alza e va a preparare la colazione. Nessuno dei due consegna
all'altro una banconota da cinquanta euro.
Immaginiamoci invece una società
completamente diversa dalla nostra ed economicamente più matura: la situazione
si ripete, il marito ha voglia che lei gli pratichi un rapporto orale, finita
la cosa lui le dà cinquanta euro. Ipotizziamo che la cosa si ripeta almeno due
volte alla settimana, in questo caso il reddito della moglie aumenta di cento euro
a settimana, 400 euro al mese, quasi cinquemila euro all'anno. E qui qualcuno
potrebbe però dire che il reddito della femmina aumenta a discapito del reddito
del maschio. Ma basta ipotizzare che la domenica mattina della settimana
seguente questa volta sia la donna che si alza con il desiderio che sia lui a
praticarle un rapporto orale, o qualsiasi altra forma di rapporto che lei
desidera, per capire che questa volta sarà la moglie a fine rapporto a dare i
cinquanta euro al marito. Quindi è facile capire che questo foglio di
cartamoneta da cinquanta euro, invece di giacere immobile in uno dei due
portafogli, senza creare nessuna forma di ricchezza, adesso si muove
all'interno della coppia producendo nuovo reddito. Come abbiamo stimato questa
banconota potrebbe produrre qualche migliaia di euro di reddito in più, circa
diecimila euro per ogni famiglia, la metà circa per i cosiddetti single, i
fidanzati, le coppie di fatto e gli irregolari.
È chiaro però che il prelievo fiscale
andrebbe a danneggiare il sistema, perché sul reddito proveniente da ogni
rapporto sessuale mercificato ci sarebbe un prelievo all'incirca dal 20 al 40%
da parte dello stato. Ogni volta che quei cinquanta euro passerebbero dalla
moglie al marito e contrario lo stato italiano se ne prenderebbe almeno 10. Ma
basta rendere fiscalmente esenti tutti i redditi provenienti da attività di
cura sessuale, ipotizzando su Unico uno speciale riquadro in cui i redditi
sessuali vengano dichiarati nella loro totalità, pur non venendo tassati, per avere
un grande aumento del reddito delle persone fisiche. Il tutto senza che lo
stato italiano sborsi neanche mezza lira. A parità di deficit il P.I.L.
italiano, calcolando una media di due o tre rapporti sessuali settimanali per
cittadino, incrementerebbe il suo P.I.L. del 7% secondo le stime più
pessimistiche. In questo modo il rapporto P.I.L./debito resterebbe
costantemente al di sotto del 3% per i prossimi dieci anni. Inoltre bisogna
dire che questo nuovo stimolo introdotto dalla mercificazione potrebbe aiutare
le coppie italiane a avere un maggior numero di rapporti sessuali, andando così
anche ad incrementare il buonumore medio della nazione, il che non sarebbe un
male.
Ugo Cornia, Scritti di impegno
incivile, Ed. Quodlibet, Macerata, 2013